27 Nov 2022 I migliori libri di scienza del 2022 scelti dai divulgatori scientifici
Quali sono stati i migliori libri di divulgazione scientifica, saggi o romanzi di scienza letti nel 2022? Dopo il successo dell’iniziativa collettiva lanciata lo scorso anno e con la quale abbiamo scelto i migliori libri di scienza del 2021, anche quest’anno con questo post su Linkedin ho chiesto ad amici e colleghi giornalisti, divulgatori scientifici, ricercatori e scienziati di segnalare le loro più belle letture di scienza del 2022. Ecco i loro consigli.
I migliori libri di divulgazione scientifica e saggi di scienza letti nel 2022
Due libri di divulgazione scientifica ci vengono segnalatai da Alice Raffaele. Il primo “’Com’è bella la matematica: Lettere a una giovane amica‘ di Ian Stewart (edito Bollati Boringhieri) è un libro a metà tra un memoir e un manuale, scritto in forma epistolare e rivolto a Meg, un’ipotetica ragazza, prima bambina, poi adolescente, studentessa universitaria e infine adulta, dottoranda e poi ricercatrice in matematica. Stewart presenta questa professione approfondendo varie dimensioni, dalla scelta dell’argomento al valore dei teoremi e delle dimostrazioni, dalla matematica pura a quella applicata e alla inutilità di ritenere queste distinte. Pensando a Meg, tratta anche il problema della disparità di genere e del soffitto di cristallo in ambito accademico. L’aspetto che mi ha toccato maggiormente è nel capitolo intitolato ‘I gradini della carriera’, dove Stewart parla di quello che è l’ingrediente chiave per la crescita accademica, ovvero il fattore umano: è fondamentale, e non solo nella ricerca. ‘Qui sta il paradosso del nostro mestiere: pur essendo un’attività solitaria, a volte persino erimitica, l’aspetto più importante della ricerca non è il campo che scegli, o i problemi che decidi di affrontare, ma i rapporti che intrattieni con chi ti circonda’”.
Il secondo libro consigliato da Alice è il “’Bestiario di Intelligenza Artificiale‘ di Ammagamma, un albo illustrato da Francesca Fiocchi adatto a tutte le età. Tra reale e surreale, tra mistero e fascino, tra 0 e 1, ritrae metodi e algoritmi di intelligenza artificiale come creature fantastiche, caratterizzandole nei loro particolari meravigliosi. I modelli matematici assumono forme, per quanto immaginarie e fantasiose, più concrete. Alcuni esempi: il Flamingo Anticipatore (Forecasting Algorithm) ‘è un uccello migratore capace di prevedere le condizioni atmosferiche prima di spostarsi in un luogo anche molto lontano’; il Nibbio Logo Poietico (Natural Language Processing) ‘disegna, volando, le rappresentazioni geometriche delle parole’; l’Orologiaio con la Penna (Optimized Planning), a me particolarmente caro per le sue competenze nella pianificazione e, in generale, nella ricerca operativa, ‘valutando migliaia di possibilità e in base alle singole necessità, suggerisce il miglior percorso da compiere’.
Un altro testo divulgativo sulla matematica ci viene proposto da Roberto Natalini con “un libro di Tommaso Castellani ‘Il Professor Z e il segreto del triangolo‘, un giallo matematico pubblicato dall’editore Dedalo. Dopo ‘Il professor Z e l’infinito’ e ‘I misteri dell’ipercubo’, Castellani continua la sua esperienza di divulgazione narrativa della matematica parlando di angoli, triangoli, rette parallele e geometrie non euclidee, restituendo il senso di meraviglia che dovremmo avere davanti alla complessità della geometria euclidea e al salto di fantasia che ci vuole per arrivare a trovarne delle altre. Ma quello che trascina il lettore, e permette di entrare ancora meglio nelle problematiche matematiche, sono le vicende umane del piccolo Giulio, che forse non è già più ‘il Giulietto dell’anno scorso’. Giulio sta cambiando, cerca nuove situazioni e nuove amicizie. Il triangolo del titolo allude infatti anche a tutta una serie di situazioni in cui l’amicizia di Ivano e Giulio viene messa alla prova dalla presenza di terze persone. Il viaggio matematico e il viaggio di crescita personale portano entrambi al capovolgimento del punto di vista nostro e del protagonista, un cambiamento che non nega il passato, ma che sul passato costruisce qualcosa di molto diverso”.
Paola Catapano ci presenta il fenomeno del momento, Vincenzo Schettini con il suo libro “La fisica che ci piace“, edito da Mondadori: “Raccolgo con piacere questo tuo invito per proporre un libro che non può mancare del prof. più amato del Web, un vero fenomeno sui social e pugliese come me. Frequenta da anni gli aggiornamenti per gli insegnanti di fisica che facciamo al CERN e col suo libro, come sui suoi social, in classe a scuola e in tutto quello che fa, pubblica e dice, la Fisica diventa magicamente meravigliosa e comprensibile per tutti, motivo di entusiasmo. Perché lui riesce a entusiasmare e emozionare prima di spiegare e spiega con semplicità e passione, con esperimenti presentati come un gioco, esempi che lasciano stupefatti, curiosità e anche formule, dosate al ritmo giusto e NEL CONTESTO giusto. Insomma, la fisica spiegata da Vincenzo è supercool e .. ci piace!”
Laura Cipolla ci parla del libro “La vespa che fece il lavaggio del cervello al bruco” di Matt Simon (Raffaello Cortina Editore): “Con una narrazione ironica e accattivante ci racconta di alcune strategie messe in atto dal regno animale, ad esempio per accudire la propria ‘prole’, per proteggersi dai predatori o dalle condizioni ambientali estreme, per (soprav)vivere in luoghi poco accoglienti, nutrirsi e accoppiarsi. Se avete qualche dubbio sul fatto che alla base di tutto ciò possa esserci anche un po’ di chimica, tra le righe Matt ci ricorda che i comportamenti che osserviamo sono mediati da ‘biomolecole’ che trasmettono le indicazioni necessarie.
Pensiamo di essere stati noi umani a inventare il radiatore? Forse no, ci ha pensato prima di noi l’armadillo rosa, per poter sopravvivere alle escursioni termiche di un habitat inospitale come il deserto. E che dire del processo di disidratazione per migliorare la conservazione? Beh, ci hanno pensato prima di noi gli orsetti d’acqua.
Mai avrei immaginato strategie così ingegnose, curiose, stravaganti, crudeli e stupefacenti.
Fatevi stupire anche voi, aggiungendo qualche dettaglio curioso alla conoscenza del mondo che ci ospita!”
L’attenzione di Maria Grazia Graziani è invece rivolta alla botanica con Katia Astafieff e “Le incredibili avventure delle piante viaggiatrici” di Add Editore: “‘Esistono innumerevoli storie di piante e di botanici esploratori’ dichiara l’autrice. Lei ne ha selezionate dieci. ‘Dieci piante, dieci avventure (…) di nomadi del sapere, cercatori d’oro verde’ rispetto ai quali riporta anche ‘aneddoti e dati scientifici stupefacenti o nuovi perché… il viaggio è ben lungi dall’essere finito!’. Questo libro mi è piaciuto proprio per il suo taglio ‘etnobotanico’ [come lo definisce in Prefazione Francis Hallé] con cui vengono descritte le piante. La loro presentazione avviene – infatti – attraverso la narrazione della vita dei botanici che le hanno scoperte nei rispettivi Paesi d’origine affrontando viaggi avventurosi in luoghi remoti. Fra tutte le piante descritte certamente ho apprezzato molto la storia delle fragole perché credo che sarebbe difficile immaginare ‘una vita senza marmellata di fragole, senza pasticcini alla fragola o senza fragole con la panna!'”.
Un altro consiglio ci arriva da Fabrizio G. Doccula: “Attraverso un impianto rigorosamente scientifico, un’ironia di fondo molto gradevole – ‘Se un tornado si sta per abbattere sulla vostra casa, probabilmente non è una buona idea mettersi a dipingere il garage’ – e aneddoti divertenti, il professor Robert M. Sapolsky in ‘Why Zebras Dont Get Ulcers’ (poi tradotto in italiano in ‘Perché alle zebre non viene l’ulcera?‘ edito da Castelvecchi) riesce a sintentizzare in maniera originale la generazione dello stress e le conseguenze a lungo termine (spesso nefaste) sulla nostra salute partendo da un ragionamento scientifico di fondo: le zebre non sviluppano ulcere, noi umani sì. Anche se pubblicato ormai diversi anni fa, credo che questo libro sia di estrema attualità. Ne consiglio la lettura perché credo possa portare una maggiore consapevolezza e magari una diversa visione su come gestiamo e reagiamo, ogni giorno, allo stress e agli stressor. Buona lettura!”.
Marco Stella ci porta nel mondo della divulgazione a fumetti con “un libro che ho recentemente regalato a due nipotine ‘21 nobel per l’Italia‘ (nove ragazzini delle medie si interrogano su cosa fare da grandi e troveranno ispirazione dai premi Nobel italiani), pubblicato da Edizioni Piemme, e scritto da alcuni giovani illustratori di talento, Antonio Mirizzi, Caterina Cappelli ed Elena Triolo. Il feedback delle nipotine è stato fantastico e la loro recensione si può riassumere in un ‘Sto imparando tantissimo!’. Credo sia anche un bel regalo di Natale per i bambini, per farli avvicinare al mondo STEM con leggerezza”.
Giulia Donatiello non ha dubbi: “Mi sento sicuramente di consigliare ‘Scienza e sentimento‘, di Antonio Pascale (Einaudi). Con un linguaggio semplice e pacato, riesce ad immergerti in un tema spinoso: l’eterno conflitto tra ciò che suggerisce la mente e cosa invece consiglia il cuore, quando si parla di scienza. Il lettore è costretto a fermarsi e riflettere una volta per tutte sulle categorie ‘naturale (bene) e artificiale (male)’ con cui spesso ci troviamo a fare i conti, perché ‘il nostro romantico cuore spinge verso il naturale e combatte il veleno. Ma il cuore è un organo largamente sopravvalutato’. Anche se pubblicato alcuni anni fa, l’ho trovato estremamente attuale e consiglio di leggerlo per farsi un’idea diversa da quello che è il pensiero dominante. Buona lettura”.
Arianna Ferrini ci porta invece nel mondo della medicina: “Vorrei consigliare il libro ‘La trama della vita‘ di Giulio Cossu, professore di medicina rigenerativa all’Universita di Manchester. Il libro ci racconta le frontiere della medicina rigenerativa e le sfide della ricerca in questo campo. In particolare, successi e speranze della terapia cellulare, che forse un giorno ci consentirà di riparare i nostri organi. Chissà, in un futuro magari non troppo lontano ogni ospedale avrà il suo reparto di medicina rigenerativa e l’utilizzo delle cellule staminali sarà all’ordine del giorno. Il professor Cossu, che con questo libro ha vinto il Premio Galileo 2020, si prefigge quindi di dare spunti di riflessione per domande dalla difficile – se non impossibile – risposta. ‘Vogliamo vivere per sempre? Con quale corpo e quale mente? Quelli che avevamo a quarant’anni o vogliamo vivere a tutti i costi?’ Un libro denso di informazioni e interessante per addetti ai lavori e non.”
Elisabetta Delponte ci parla invece di “Four thousands weeks” di Oliver Burkeman (Farrar, Straus and Giroux editore): “’Ci sono tantissimi sistemi per migliorare la gestione del tempo e aumentare la produttività. Il problema principale è che funzionano’. È così che Oliver Burkeman apre il suo libro 4000 settimane, paragonando il tempo a un nastro trasportatore che ogni giorno ci consegna nuove attività da portare a termine e impegni da rispettare. Diventare più produttivi significa aumentare la velocità del nastro e metterci nella condizione di vivere continuamente nel futuro, quando finalmente avremo completato tutte le nostre incombenze e potremo dedicarci a quel che per noi è più importante. Ma diventare più efficienti è un inganno, perché quel giorno, quel momento in cui avremo fatto tutto e ogni cosa sarà sotto controllo, non arriverà mai. A partire da questo presupposto, l’autore analizza il concetto di tempo e la sua evoluzione, e riflette su come sia fondamentale accettare la limitatezza della nostra vita, che in media dura 4000 settimane, e propone alcuni principi per capire quali sono le cose più importanti per noi. 4000 settimane è un libro pratico e divertente che si propone di risolvere quello che forse è il problema più importante per il genere umano: come posso dare significato alla mia vita? Burkeman conclude il libro con dieci strategie per gestire la finitezza del tempo, ma non so se ho trovato quella che fa per me. E su come rendere la mia vita più significativa… mi viene in mente solo questo: ‘La risposta è dentro te. Ma è sbagliata’”.
Fabio Lovati ci consiglia il libro “Equilibrio Perfetto. Le grandi equazioni della scienza moderna” di Graham Farmelo (Il Saggiatore): “L’autore racconta con tono appassionante la nascita di dodici grandi equazioni della scienza moderna ‘aprendole’ alla comprensione di tutti. Il libro racconta come scaturisce l’intuizione, o meglio il sentimento che si cela dietro le formule pensate da Galileo, Heisenberg, Einstein, Newton e molte altre grandi menti, comparando la bellezza della poesia con quella del linguaggio matematico, entrambi in grado di racchiudere la realtà che ci circonda, in un sublime linguaggio di simboli: che si tratti di parole, o di numeri.
Dal racconto emerge il lato umano e a tratti molto emozionante che coinvolse la creazione delle formule e i pensieri espressi dalla comunità scientifica.
Interessante lettura che ci propone una prospettiva differente con cui approcciarci alla matematica e alle sue formule, di cui la concisione, l’efficacia e la -celata- semplicità, giungono a farci apprezzare la bellezza della Natura, che può essere considerata a tutti gli effetti una forma d’arte”.
La scelta di Alice Pistono ricade invece su “La Scienza in Tribunale” di Luca Simonetti (Fandango). “Da giurista ed esperto di diritto comparato, l’autore offre una prospettiva fresca, ma anche approfondita, sul problema degli ‘esperti’ nei casi in cui la giustizia è chiamata ad esprimersi su questioni di competenza scientifica (OGM, vaccini, rischio geologico). Il capitolo sul processo ai sismologi che si occuparono di comunicazione del rischio nel 2009 a L’Aquila è una lettura che da sola merita l’acquisto. Oltre ad essere un crossover che personalmente mi appassiona molto, il libro è adatto a qualsiasi tipo di lettore ed evidenzia in maniera audace un problema spesso poco discusso, quello delle perizie incomplete o superficiali, e della necessità di avere una conoscenza tecnica forte quando si lavora a casi di competenza scientifica. Consigliatissimo, in attesa di recuperare il volume 2 al prossimo Salone del Libro di Torino!”
Marco Milano partecipa anche quest’anno con “Materiali per la vita” di Devis Bellucci, Bollati Boringhieri. “Mi sento di consigliarlo perché è un tema a me caro, tra i più complessi da raccontare, ma che può aprire scenari straordinari, spesso poco noti, attorno alla ricerca sulle proprietà della materia. Si tende in genere a stigmatizzare come poco accattivante, se non addirittura noioso, il mondo ‘inerte’ dei materiali, quando in realtà brulica di vita. Bellucci, ricercatore, lo dimostra portandoci in particolare alla scoperta dei biomateriali: collagene, titanio, ceramica, silicone, tutte sostanze che riescono a interagire con la materia vivente per antonomasia, il nostro corpo!, e che ormai fanno parte delle nostre esistenze al punto da garantirci una buona e lunga sopravvivenza. Dalle prime protesi in legno dell’antichità, fino ai moderni polimeri biocompatibili e ‘funzionalizzati’ la strada è stata lunga. L’autore sceglie una delle forme più efficaci per seguire questa cavalcata di innovazioni e per dare anima a questi dispositivi così cruciali ma silenziosi, ovvero la contestualizzazione in una cornice storica. In ogni capitolo si racconta un concetto o un singolo materiale, tra vite di scienziati e serendipity, eventi epocali, aneddoti e curiosità, con picco nella seconda metà del ‘900, come l’incidente di un pilota della RAF grazie al quale sono arrivate le moderne cure per la cataratta e le lenti a contatto, o come da un cavallo zoppo in una gara di equitazione si è poi arrivati a mettere a punto i biomateriali per la chirurgia estetica.
A raccontare sostanze e materiali come si fa con altri temi più mainstream finora ci erano riusciti in pochi, per esempio Mark Miodownik – ingegnere e divulgatore britannico, fondatore dell’Institute of Making di Londra. ‘Materiali per la vita’ si unisce a questo coro. Con una scrittura gradevole e accurata (binomio non sempre così scontato) fa volare la fantasia parlando di protesi in ceramica, idrogel, memoria di forma e staminali, e aiuta ad aprire la mente anche su grandi questioni di scienza, tecnologia e società, con le implicazioni etiche e ambientali del caso, che ci coinvolgono tutti inevitabilmente”.
Noemi spagnoletti ci parla del libro “Riù. Oltre la solitudine” di Ilaria Orlando (Edizione Unicopli). “Il racconto parla dell’esperienza dell’etologa Ilaria Orlando e di un piccolo nucleo di ricercatrici impegnate nel promuovere un progetto di arricchimento ambientale rivolto a migliorare il benessere di Riù, l’unico gorilla di pianura occidentale ancora presente in Italia. Ospite presso lo Zoosafari di Fasano, Riù è considerato aggressivo e imprevedibile. Vive in un reparto dotato di un’area semi-naturale esterna e un’area interna dove spontaneamente “lavora” con la protagonista, la quale separata da una grata gli presenta giornalmente piccoli problemi cognitivi da risolvere, nuovi materiali da esplorare e molto altro ancora. Grazie alla supervisione di un comitato etico, al metodo scientifico applicato e alla disponibilità dei proprietari del parco, Riù si mostra sempre più interessato e partecipa volentieri agli appuntamenti. E’ difficile non appassionarsi alle sue vicende e chiedersi come andrà a finire. E’ un viaggio reale e unico, che ci fa conoscere in maniera diversa questi grandi mammiferi solitamente descritti unicamente per la loro maestosità e possenza. Buona lettura!”
Il mio personale consiglio di quest’anno è rivolto a un libro di storia della fisica di Edoardo Amaldi: “Da via Panisperna all’America. I fisici italiani e la Seconda guerra mondiale”, pubblicato da Editori Riuniti. Sono particolarmente affezionato a tutti e tre i curatori del libro: Giovanni Battimelli, storico della fisica con cui mi sono laureato e mantengo un bellissimo rapporto; Michelangelo De Maria, con cui ho dato l’esame di Filosofia della Scienza e di cui conservo un bellissimo ricordo; Adele La Rana, con cui ho mosso i miei primi passi nella storia della fisica e nella divulgazione della scienza, e che mi ha sempre regalato ottimi consigli.
Il libro ruota attorno agli scritti di Amaldi e ai suoi scambi epistolari avvenuti tra il 1939 e il 1946, attraverso i quali è possibile ripercorrere la profonda spaccatura che le leggi razziali promulgate dal regime fascista e la Seconda guerra mondiale determinarono nella comunità scientifica italiana e internazionale. “L’umanità che traspare dalle seguenti pagine – scrive Ugo Amaldi nella Premessa – con il loro carico di speranze, paure, sofferenze, senso di responsabilità o di straniamento, è un forte stimolo a riflettere sul ruolo degli scienziati e della ricerca nella società, ma è anche un invito a interrogarsi sul rapporto tra la sfera individuale e l’interesse collettivo, un appello cui ogni persona è chiamata a rispondere”.
Il libro, uscito nel 2022, è una seconda edizione proposta dalla casa editrice a 25 anni dalla prima, arricchita da un apparato di scambi epistolari triplicato e in gran parte inedito. Un testo che ritengo fondamentale soprattutto per chi, oggi, si sta formando per essere un futuro scienziato e ha il dovere di interrogarsi sui rapporti tra scienza, società e potere; rapporti che solo una prospettiva storica è in grado di mostrare appieno e nella loro ardua complessità.
Scegliamo insieme i migliori libri di scienza del 2023?
Se questo esperimento di letture e recensioni collettive vi è piaciuto, portiamolo avanti anche nel 2023! Se siete comunicatori scientifici, divulgatori, giornalisti, ricercatori o solo appassionati di scienza e di divulgazione scientifica, scrivetemi per segnalare e recensire uno o più libri di scienza letti nel corso del 2023. La vostra recensione sarà inserita nell’articolo di prossima pubblicazione con I migliori libri di scienza del 2023.
Autore
Fisico di formazione, comunicatore scientifico di professione. Mi occupo di scienza, tecnologia, innovazione, e aiuto a comunicarle bene.
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