23 Nov 2022 Didattica a distanza universitaria: 7 consigli per insegnare online
La didattica a distanza, anche detta Dad, si è improvvisamente imposta nelle scuola e nelle università a partire da marzo 2020 con il dilagare della pandemia Covid-19. Una volta terminata l’emergenza, proprio come è accaduto con lo smart working, nelle università non si è tornati alla situazione pre-pandemia ma si sono mantenute delle forme di didattica ibrida: didattica online, didattica in presenza, oppure in modalità blended.
Dopo il mio intervento sulla didattica scientifica innovativa al JoVE Italian Forum di Milano, alcuni docenti universitari mi hanno chiesto di stilare una lista di idee e consigli per la didattica a distanza, pensata sia per studenti tradizionali ma anche per studenti lavoratori.
Ecco quello che ho pensato per loro.
7 utili consigli per una didattica a distanza innovativa
1. VIDEO HIGHLIGHTS DELLA LEZIONE
Questa credo che sarebbe un’assoluta novità nel panorama accademico italiano e – forse – anche internazionale. Didattica a distanza significa fare lezioni online che quindi saranno registrate e potranno essere viste e riviste in qualunque momento. Fin qui, nulla di nuovo. Ma le lezioni online sono lunghe e si perde tanto tempo nel rivederle. Spesso lo studente ha bisogno di concentrarsi solo su una parte della lezione: una dimostrazione, la spiegazione di un concetto o di una teoria, qualche passaggio cruciale fatto dal professore e che si è perso durante la lezione. L’ideale sarebbe avere a disposizione da parte dell’università un video-maker e fare di ogni lezione i suoi highligths: video di pochi minuti in cui si inseriscono solo le parti più importanti di ogni lezione, quelle dense di contenuto e tipicamente cognitive. Video che dovranno avere un titolo e una descrizione chiara ed essere catalogati con cura. Avete presente le storie in evidenza di Instagram? Ecco, una cosa del genere. In questo modo gli studenti avranno a disposizione un database navigabile dove poter ritrovare qualsiasi argomento in qualsiasi momento, con estrema facilità. Se poi tutte le università creassero il proprio database di video highligths delle lezioni e lo renderessero pubblico, allora avremmo davvero creato un qualcosa di straordinario. Dalla didattica a distanza al Social Network della Didattica: si può fare.
2. SOTTOTITOLI IN INGLESE
Sempre nell’ottica di avere a disposizione un video-maker, e visto che molte lezioni ormai sono in inglese e per studenti di varie nazionalità, e considerato che gli audio delle lezioni spesso non sono il massimo, l’ideale sarebbe inserire i sottotitoli in inglese nei file registrati, sia che siano lezioni intere, sia negli highlights. Questo aiuta molto lo studente nello studio da casa perché non dovrà concentrarsi nel listening e nella comprensione della lingua ma solo sul contenuto, con più facilità.
3. ESEMPI CONCRETI, APPLICAZIONI, INTERAZIONE
Vale sempre la famosa regola dei 7 minuti di cui ho già parlato, dopo i quali la concentrazione di chi ascolta comincia a calare. Bisogna allora dividere sempre la lezione fra parti cognitive e parti emozionali o interattive, ma per gli studenti lavoratori aggiungerei altro. Gli studenti lavoratori non hanno tempo da perdere, corrono tra una lezione e il lavoro, sono fortemente motivati, non stanno lì a bighellonare, hanno fretta di arrivare al termine. Per questo una lezione per loro andrà sempre orientata verso esempi concreti e applicazioni del sapere che si sta trasmettendo: come si applica questo concetto matematico al mondo della finanza, della programmazione o altro? Dare loro la tangibilità del sapere è fondamentale per tenere la loro attenzione incollata alla lezione. Eviterei le parti emozionali in senso stretto del termine, farei piuttosto parti interattive, in cui farei loro domande con Mentimeter o risoluzione di quiz ed esercizi con lo stesso tool, in modo da coinvolgerli in tempo reale.
4. ESONERI DURANTE IL CORSO
Per tutti i motivi descritti al punto sopra, cercherei di scandire il semestre con esoneri che possano mettere a verifica una parte del corso fatto, e che abbiano peso sul voto finale. Trattandosi di didattica a distanza e, in alcuni casi, anche di studenti lavoratori, eviterei di lasciarli liberi dallo studio per 6 mesi e poi far fare loro il super esame finale. Il rischio è che non studiano per 5 mesi e poi non riescano. Scandiamo i tempi: lezioni, esercitazioni a casa quotidiane, esoneri ogni mese o due. Così non ce li perdiamo e arriviamo alla fine che l’esame è già fatto.
5. INCURSIONI DI PROFESSIONISTI ED ESPERTI ESTERNI
Sempre per i punti descritti sopra, una buona idea è quella di invitare a tenere qualche ora di lezione professionisti già affermati ed esperti che già lavorano nel campo in cui questi studenti-lavoratori vorranno infilarsi dopo la laurea. Un modo per rompere la monotonia del corso e per dare loro esempi concreti e tangibili di cosa si può fare, da un punto di vista professionale, con la materia che stanno studiando.
6. IL RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI
Anche questo vale per tutti gli studenti e tipologie di corso: all’inizio di ogni lezione fare sempre il riassunto delle puntate precedenti, magari con una freccia del tempo, una timeline che indichi a che punto siete del corso. In questo modo darete un’idea di avanzamento, di work in progress fatto di tappe e obiettivi raggiunti e da raggiungere. Questo aiuta gli studenti ad essere più motivati, perché toccano con mano i loro progressi.
7. UN BEL TEMPLATE PER LE SLIDE
Come supporto alla vostra lezione, usate un bel template riconoscibile e delle belle presentazioni. Poche parole nelle slide, ricordate che sono solo un sopporto al vostro discorso e che dovete essere voi al centro della scena. Questo fa si che i ragazzi vi ricordino per determinati elementi: un template, una foto che usate spesso, una frase che ricorre e con cui iniziate o chiudete ogni lezione. Si tratta di una grammatica linguistica e visiva che aiuta chi vi ascolta ed è ancora più importante per le lezioni online, quando non è possibile usare il linguaggio del corpo.
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Autore
Fisico di formazione, comunicatore scientifico di professione. Mi occupo di scienza, tecnologia, innovazione, e aiuto a comunicarle bene.
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