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Comunicare il rischio per la salute e per l’ambiente

Il rischio accompagna da sempre ogni attività umana e nelle società contemporanee – che si parli di epidemie, crisi climatica, inquinamento, sicurezza alimentare, incidenti industriali, terremoti o alluvioni – i rischi per la salute e per l’ambiente occupano uno spazio sempre più rilevante nel dibattito pubblico.

Oggi la capacità di comunicare il rischio è considerata essenziale per promuovere la salute e proteggere la natura, affrontare le crisi e le emergenze, gestire le controversie, venire a patti con l’incertezza e favorire un rapporto di fiducia e collaborazione fra cittadini, esperti e istituzioni. Viviamo infatti in una società del rischio dove l’accesso alle informazioni è considerato un diritto di cittadinanza, e dalla capacità di affrontare le minacce sanitarie e ambientali può dipendere la vita di molte persone, come abbiamo vissuto in prima persona durante questi mesi segnati dalla pandemia di Covid-19.        

Negli ultimi due decenni, del resto, il susseguirsi di allarmi sanitari causati da malattie infettive emergenti aveva già offerto un importante banco di prova per le istituzioni nazionali e internazionali impegnate nella comunicazione del rischio. Dopo lo scandalo della mucca pazza e il campanello d’allarme suonato con la SARS, si è compreso che la comunicazione del rischio, per risultare efficace, deve essere tempestiva, trasparente e dialogica. È questo l’unico approccio in grado di favorire la cooperazione dei cittadini nella gestione dell’emergenza, oggi adottato dalle principali istituzioni internazionali, che considerano la comunicazione del rischio uno strumento essenziale per salvare vite umane.

 

INFORMARE NELL’EMERGENZA

Comunicare il rischio in modo efficace, tuttavia, non è semplice perché richiede competenze specialistiche che possono essere padroneggiate solo con un’adeguata formazione. Inoltre, in una situazione di emergenza occorre affrontare scenari complessi, prendendo decisioni in fretta, spesso in condizioni di enorme incertezza, e resistendo a pressioni di ogni genere. Ma non basta: bisogna agire in modo proattivo, comunicando quel che potrebbe accadere prima che accada, affinché le persone possano essere preparate. È infine importante saper motivare le ragioni di ogni singola scelta e comunicare l’importanza delle misure da adottare per difendere la sicurezza individuale e collettiva. Le persone hanno bisogno di una guida coerente e affidabile per orientarsi nell’incertezza, e la fiducia dei cittadini va conquistata e mantenuta giorno dopo giorno.

Dal punto di vista operativo, si possono distinguere le strategie di comunicazione del rischio in base a tre principali ambiti di applicazione, ovvero la prevenzione, l’emergenza e la gestione delle controversie.

  • La care communication offre strumenti per motivare le persone ad abbandonare un comportamento a rischio ed è impiegata per progettare le campagne di prevenzione per la salute e per l’ambiente, che spaziano dalle malattie infettive, alla sicurezza sui luoghi di lavoro, fino alla promozione di stili di vita sostenibili.

  • La crisis communication trova impiego in situazioni di crisi o di emergenza con l’obiettivo di favorire comportamenti responsabili di autoprotezione di fronte a un rischio imminente.

  • La consensus communication consente infine di mitigare le controversie sui rischi, favorendo il confronto tra le parti al fine di giungere a scelte il più possibile condivise, informate e partecipate.

 

 

I PRINCIPI DELLA COMUNICAZIONE DEL RISCHIO

Ogni società, in ogni tempo, ha dovuto affrontare i suoi demoni e condividere i rimedi per tenerli lontani, e la società del rischio non fa eccezione. La buona notizia è che, sebbene ancora poco conosciuta (e poco praticata) nel nostro Paese, la comunicazione del rischio può oggi contare su alcuni principi guida consolidati dall’esperienza e condivisi a livello internazionale. Possono essere riassunti così:

  1. Mai negare, nascondere o sminuire i rischi. Non c’è regola più importante (e disattesa) nella comunicazione del rischio. Mentire sul rischio è il modo più semplice per perdere la fiducia, e senza fiducia qualsiasi messaggio sarà ignorato o respinto, con grave danno per la sicurezza pubblica. Sminuire il pericolo può inoltre indurre parte della popolazione a non prendere sul serio la minaccia e a non fare abbastanza per proteggersi. Spesso il problema è l’apatia, non l’allarmismo.

  2. Condividere in modo tempestivo e trasparente ogni informazione sul rischio e sulle contromisure che si possono adottare per prevenirlo o mitigarlo. Scopo della comunicazione del rischio è rendere le persone consapevoli del pericolo per favorire scelte consapevoli a tutela della sicurezza individuale e collettiva.

  3.  Ammettere limiti e incertezze del sapere disponibile, senza rinviare la condivisione delle informazioni e gli interventi in grado di prevenire o mitigare il rischio.

  4. Tenere conto di percezioni, conoscenze, esperienze, valori e atteggiamenti dei destinatari nei confronti del rischio. Non c’è messaggio capace di «parlare a tutti»: occorre adattare la comunicazione del rischio al profilo dei destinatari affinché risulti davvero efficace.

  5. Comprendere le logiche dei mass media e usare tutti i canali comunicativi disponibili, tradizionali e digitali, per raggiungere i diversi destinatari. Durante un’emergenza, non si può lasciare indietro nessuno.

  6. Rispettare le preoccupazioni dei cittadini. Non si deve rassicurare a ogni costo: un adeguato livello di allerta assicura una maggiore adesione ai comportamenti di auto-protezione e favorisce una maggiore cooperazione nella gestione del rischio.

  7. Adottare un atteggiamento aperto e dialogico. Per farsi ascoltare, occorre sapere ascoltare. Il dialogo rafforza la relazione e consente di conoscere i bisogni informativi dei destinatari, rendendo più efficace la comunicazione.

  8. Favorire il coinvolgimento degli stakeholder nella gestione del rischio che, per avere successo, richiede la compartecipazione attiva e consapevole di tutti gli attori sociali.

  9. Pianificare la comunicazione e monitorarne gli effetti. È responsabilità di chi comunica assicurarsi che il messaggio sia stato compreso: nella comunicazione del rischio può fare la differenza fra la vita e la morte.

 

I NOSTRI CORSI SULLA COMUNICAZIONE DEL RISCHIO

A ricercatori e professionisti di istituzioni pubbliche e private impegnate nella gestione dei rischi sono dedicati i nostri corsi di comunicazione del rischio per la salute e per l’ambiente. Esercitazioni pratiche e discussione di casi reali, alternate a lezioni teoriche, vi permetteranno di apprendere i principi della comunicazione del rischio e pianificare campagne di prevenzione, costruire relazioni di fiducia con gli stakeholder per mitigare le controversie e migliorare la gestione delle situazioni di crisi e di emergenza.

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